Comprensorio Olivetti, Via Campi Flegrei, Pozzuoli, NA, Italia
Lo stabilimento è sorto come un’officina, un reparto staccato dagli stabilimenti centrali. Piuttosto che allargare questi, nel nord, con un nuovo edificio, la costruzione è stata trasportata nel mezzogiorno. Non è un capannone: l’architetto ha progettato una delle più belle fabbriche d’Europa, colorata, circondata da un giardino; e intorno ad essa l’infermeria, la biblioteca, la mensa. Vi nasce un mondo unitario, caduto dall’alto nelle sue forme, ma per affondare nella terra e nello spirito di questo paese. Questo paese è come una miniera umana; cova fra le più profonde ricchezze d’uomini nel mondo. Noi siamo venuti a scoprire un nuovo, difficile oro, sepolto dalla natura e dalla storia.
A noi la fabbrica, quaggiù, sembra tutto. Neppure la vicina città ci interessa. Abito a metà strada tra la città e la fabbrica ma, anche di notte, uscendo, viene spontaneo dirigersi alla fabbrica, come a una attrazione fantastica, a un castello illuminato. Essa sembra un fine, non uno strumento. Eppure il mondo non finisce nella fabbrica, intorno ad essa non si apre solo paesaggio. […] Dobbiamo uscire dalla fabbrica e sentirci, come siamo, una goccia nel mare: il lavoro ci tiene il giorno intero nello stabilimento, ma fuori, per le campagne, lungo la costa, muoiono aziendalismo e colonialismo, e le nostre acque si mescolano, si disperdono. Al di là dello stabilimento gonfia una vita collettiva, cui la fabbrica non porta che un miraggio di civiltà. […]Quanto a me, vorrei vivere fino in fondo nelle terre attraverso cui passa quattro volte al giorno. Finisco invece, benché ci abbia la casa, per essere risucchiato dalla casa allo stabilimento, e viceversa, come dentro un tunnel trasparente, oltre cui corrano soltanto aria, vento di mare e sole.
Venerdì
Nel pomeriggio pioveva. Un raro grigio confondeva il cielo con il mare e rendeva grigio, massiccio anche lo stabilimento nonostante le sue pareti colorate, i tetti leggeri. Lo stabilimento pareva coperto della sua aria giusta, industriale. Ma la mattina quando si arriva, ed è sereno, ecco, con gioia, bellissima e aerea di fronte al mare, la pensilina sorretta da sottili colonne bianche. Esse la spartiscono in una lieve trama, ornata di fiori e di pini, e il nostro lavoro è più felice per la bellezza della fabbrica, per la meraviglia dell’aria dolce e cruda.