Il disprezzo

Il disprezzo

Il disprezzo

Grotta Rossa (caverna), Via Tiberio, Capri NA, Italia

Il disprezzo

(1954)

Alberto Moravia


Via Tiberio, 80076, Capri, Campania, Italia.
Percorsi Tematici
Terra Nostra
Spazi
Isola, Mare

«Adesso andiamo alla Grotta Rossa… è una grotta più piccola e molto profonda che si trova dopo la Grotta Verde… in fondo c’è una spiaggetta, al buio… lì ci ameremo, Emilia, vuoi?».
La vidi levare il viso e accennare di sì con il capo, in silenzio, guardandomi fisso, con un’aria di complicità discreta e forse un po’ vergognosa. Ripresi a remare con forza. Eccoci dentro la grotta, sotto la grande volta di roccia scabra sulla quale l’acqua e il sole riflettevano gaiamente una fitta, mobile rete di riflessi smeraldini. Più in fondo, là dove il mare si spingeva a intervalli facendo rimbombare cupamente la volta, l’acqua era scura, con qualche liscia rupe nera che ne emergeva come la groppa di un animale anfibio. Ecco lo spiraglio luminoso, tra due rocce, per andare alla Grotta Rossa. Emilia adesso stava ferma, guardandomi e seguendo con gli occhi ogni mio gesto in un atteggiamento di docilità sensuale e sospesa, come di donna pronta a darsi e che non aspetti che il segnale. Puntando alternativamente i remi contro le pareti del passaggio, sotto la volta penzolante di stalattiti, feci trascorrere la barca all’aperto e quindi la diressi verso la buia imboccatura della Grotta Rossa.
Dissi ad Emilia: «Sta’ attenta alla testa», e poi, con un solo colpo di remi, spinsi la barca sull’acqua liscia, dentro la grotta.
La Grotta Rossa si divide in due parti: la prima, simile ad un ingresso, è separata dalla seconda da un abbassamento della volta; al di là di quest’abbassamento la grotta piega a gomito e si addentra parecchio fino alla spiaggia che ne occupa il fondo. Questa seconda parte è immersa in un’oscurità quasi completa e bisogna abituare gli occhi alle tenebre prima di intravedere la spiaggetta sotterranea, colorata stranamente della luce rossastra che appunto dà il suo nome alla grotta. Dissi ancora. «È molto buia la grotta… ma presto, appena i nostri occhi non saranno più abbagliati, ci vedremo ». Intanto, spinta dal colpo di remi iniziale, la barca scivolava al buio, sotto la volta bassa; e io non vidi più nulla. Finalmente udii la prua urtare la spiaggia, penetrando nella ghiaia con un rumore fradicio e sonoro. Allora lasciai i remi e, alzandomi a metà, tesi una mano, verso quel punto dell’oscurità dove si trovava la poppa, e dissi: «Dammi la mano, così ti aiuto a scendere». […] Più tardi mi levai, macchinalmente risalii sulla barca e la spinsi fuori della grotta. All’imboccatura mi colpì la forte luce del sole riflessa dal mare. Guardai l’orologio che tenevo al polso e vidi che erano le due del pomeriggio. Ero rimasto nella grotta più di un’ora. Mi ricordai che il mezzogiorno è l’ora dei fantasmi; e capii che avevo parlato e pianto davanti a un fantasma.

Naviga per genere

Icona Cinema e Serie TV

Cinema e Serie TV

Icona Fotografia

Fotografia

Icona Poesia

Poesia

Icona Prosa

Prosa