Il mare non bagna Napoli

Il mare non bagna Napoli

Il mare non bagna Napoli

Via San Biagio dei Librai, Napoli, NA, Italia

Il mare non bagna Napoli

(1953)

Anna Maria Ortese


Via San Biagio dei Librai, 80138, Napoli, Campania, Italia.
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L’autobus che doveva lasciarmi in via Duomo, dove comincia San Biagio dei Librai, era così stipato che mi fu impossibile scendere al momento giusto, e quando finalmente misi piede a terra, la squallida facciata della Stazione Centrale mi stava di fronte, col monumento a Garibaldi e una carovana di vetture tranviarie di un verde stinto, di neri tassì sgangherati, di carrozze tirate da piccoli cavalli che dormivano. Voltai le spalle e tornai indietro, fino a via Pietro Colletta, nel famoso rione dei Tribunali. […]

All’inizio di Forcella, mi fermai perplessa. C’era un gran movimento, più su, in cima alla stretta via, un ondeggiare di colori, fra cui spiccavano il rosso chiaro e il nero, un ronzare doloroso di voci. […] Erano anni che non scendevo laggiù, e avevo dimenticato che Forcella, con San Biagio dei Librai, è una delle vie più fittamente popolate di Napoli, dove l’andirivieni della gente dà spesso la sensazione di un avvenimento straordinario. Il sole, attraverso il velo della polvere, diffondeva una luce rossigna, non più gaia. Dalle soglie di centinaia di bottegucce, o dalle sedie disposte sui marciapiedi, donne e bambini lo guardavano con una strana aria ebete. […] Altri mendicanti, minorati o semplicemente professionisti, erano sdraiati a terra, con l’immagine di questo o quel santo patrono incollata sotto il mento, o con un cartello che elencava le disgrazie e i figli come si vede anche nelle vie signorili di questa città, in Chiaia o piazza dei Martiri, e aspettavano decentemente, o sognavano. Certe campane, suonavano forte, chiamando quelle anime alla messa.

Uscendo da forcella in via Duomo, il traffico appariva più composto e come silenzioso, ma subito riprendeva più forte con San Biagio dei Librai, che può dirsi il prolungamento di Forcella.

Come altre vecchie e poverissime vie di Napoli, anche San Biagio dei Librai era fitta di negozi d’oro.

[…] Faceva contrasto a questa selvaggia durezza dei vicoli la soavità dei volti raffiguranti Madonne e Bambini, Vergini e Martiri, che apparivano in quasi tutti i negozi di San Biagio dei Librai, chini su una culla dorata e infiorata e velata di merletti finissimi, di cui non esisteva nella realtà la minima traccia. Non occorreva molto per capire che qui gli affetti erano stati un culto, e proprio per questa ragione erano decaduti in vizio e follia; infine, una razza svuotata di ogni logica e raziocinio s’era aggrappata a questo tumulto informe di sentimenti, e l’uomo era adesso ombra, debolezza, nevrastenia, rassegnata paura e impudente allegrezza. Una miseria senza più forma, silenziosa come un ragno, disfaceva e rinnovava a modo suo quei miseri tessuti, invischiando sempre più gli strati minimi della plebe, che qui è regina. Straordinario era pensare come, in luogo di diminuire o arrestarsi, la popolazione cresceva, ed estendendosi, sempre più esangue, confondeva terribilmente le idee all’Amministrazione pubblica, mentre gonfiava di strano orgoglio e di più strane speranze il cuore degli ecclesiastici. Qui, il mare non bagnava Napoli.

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